La consideravo una certezza acquisita, ma a volte sfugge il
meccanismo dell’esercizio quotidiano, per questo mi è piaciuta la nuova sfida che gira su
facebook di questi tempi: il positive challange.
La felicità, nella sua dose minima e necessaria da assumere
ogni giorno, è una scoperta che sta a noi fare, non un bene di lusso da
ricevere da generosi passanti. Non voglio neppure credere che sia unicamente la
vetta di una faticosa scalata. Certamente la vista e la soddisfazione di
raggiungere le vette regalano un profondo senso di felicità, ma la felicità non è tutta qui. Me la immagino più come una materia scomposta disseminata in giro
per le nostre vite, nascosta nelle piccole cose.
Riconoscerla è come una caccia
al tesoro, dobbiamo tenere occhi e cuore allenati, vincere anche le
provocazioni del cinismo e dell’indifferenza.
Non ci sono dubbi che il malumore
sia contagioso, ma per fortuna lo è anche la positività e questo
giochino “sociale”
né è una prova.
Non bisogna avere tutto per essere felici, si può essere felici
anche per brevi attimi in una giornata nera. E sapere di aver assaporato quegli
attimi alla fin fine è come aver messo insieme la materia di un tesoro
inestimabile.
Attraverso questa sfida da social network c’è chi si è reso conto di aver trovato gioia in una passeggiata autunnale, in
una domenica mattina assolata, in un caffè con gli amici, in un’ora tutta per
sé, in un progetto da realizzare, in una risata. Chi si è sforzato di trovare
una nota allegra anche nella sfortuna, per riuscire ad ammettere che la vita è
fatta di fragili equilibri e i pesi, il più delle volte, siamo noi a metterli
sulla bilancia.
Quindi l’unica certezza acquisita è che non esiste una
ricetta per essere felici, ma esiste un esercizio per allenarci ad accoglierla
quando arriva nel momento più inaspettato. Perché non c’è nulla di più triste
di sapere che è passata mentre noi avevamo lo sguardo abbassato.
ah...
felicita'...
su quale treno della notte viaggerai
lo so...
che passerai...
ma come sempre in fretta
non ti fermi mai
si tratterebbe di nuotare
prendendola con calma
farsi trasportare
dentro a due occhi grandi
magari blu
e per dovermi liberare
attraversare un mare medioevale
guardare contro un drago strabico
ma di draghi baby....
non ce ne sono piu'
forse per questo i sogni
sono cosi pallidi e bianchi
e rimbalzano stanchi
tra le antenne lesse
delle varie Tv
e ci ritornano in casa
portati da signori eleganti
si si che parlano
e tutti quanti che applaudono
non ne vogliamo piu'
ma se questo mondo
e' un mondo di cartone
allora per essere felici
basta un niente magari una canzone
o chi lo sa...
(La Felicità - Lucio Dalla)
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