lunedì 12 maggio 2014

Diventare un personaggio



Mi sono improvvisamente accorta di aver smesso di essere una scrittrice ed essere diventata un personaggio. 
La storia di questo personaggio ha a che fare con i nodi.
I nodi che le impediscono di fare bene il suo lavoro.
I nodi che le ispezionano i respiri, uno ad uno.
I nodi che impediscono al cibo di attraversarla.
I nodi che le impediscono di amare.
Per sciogliere quei nodi, il personaggio torna a casa dopo un’altra giornata di lavoro senza fiato e senza cibo e riempie la vasca di acqua calda e bolle di sapone. Si toglie i vestiti e il trucco, pulisce il viso con un sapone troppo costoso. Accende anche l’incenso, per aiutare i respiri a superare le ispezioni, mescolati con l’odore denso dell’aria. Prepara anche i notturni di Chopin nello stereo, ma entra in acqua dimenticando di premere play. Resta solo il silenzio. E l’odore denso dell’incenso. 
I muscoli si rilassano, la mente no.
Quando, dopo un po’, il personaggio decide di uscire dall’acqua accende finalmente la musica e si asciuga senza fretta, in penombra. Senza indossare nulla si sdraia al buio sul letto solitario.
Perlustra il suo corpo, sembra dimagrita. Respira. A tratti.
Chopin le fa compagnia.
Si veste e prepara una cena leggera, senza fame, e mentre mangia legge una rivista. 
Sente l'avviso di un messaggio ricevuto sul telefono e dopo aver risposto resta così, immobile sul divano, illuminata dalla luce della cucina. La musica adesso va avanti sempre diversa, è lei quella ferma sullo stesso punto, sullo stesso nodo.
Decide di ripulire la cucina, prende un romanzo che non riesce a finire e riga dopo riga il respiro torna a muoversi con pazienza. Come le mani di una tessitrice, precise e pazienti.
All’improvviso ricorda di avere in casa un pacchetto di sigarette. Non fuma quasi mai, ma pensa che se esiste un momento buono per fumare allora deve essere questo.
Fuori inizia ad essere primavera, così si siede in balcone, nella prima oscurità brilla solo la sua cenere. È quando comincia a guardare nelle case degli altri che capisce di essere diventata un personaggio. Un personaggio con nodi così stretti che le parole si incastrano, le idee soffocano e ogni opportunità sembra un ostacolo.
Il personaggio sta aspettando ed è l’attesa il nodo più stretto e feroce.
Il personaggio ha giocato d’azzardo, ha deciso che doveva tentare una mano migliore, più fortunata, perché il gioco offerto dalla sorte non era una prospettiva buona abbastanza. Per questo sta aspettando, aspetta di vedere le carte del suo destino; vincere o perdere, tutto lì.
Vincere o perdere, e nel mentre oscillare sul filo dell’incertezza che si annoda e non si spezza.
Rientra in casa e tutto quel che le resta è un po’ di cioccolata, un quaderno e una penna da due soldi, per ritrovare le parole, almeno quelle.

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