martedì 30 ottobre 2012

Monti (il rione)



Mi sono chiesta perché questo blog nato a New York abbia perso leggerezza e spensieratezza mentre cresceva a Roma (soprattutto negli ultimi tempi). Le risposte che ho travato sono molte. Facile dire: perché Roma non è New York, ma nemmeno il mio sguardo incantato e vergine è più lo stesso, sempre fisso ormai su una città e un Paese che conosco da sempre e che difficilmente arriverò a capire sul serio. 

New York era lo stimolo per tutto ciò che poteva ancora essere scoperto e compreso, persino di me stessa. Ora sono qui, il mio punto di vista è cambiato ancora una volta e faccio di tutto perché continui a cambiare. Cambio mestiere, cambio quartiere, cambio abitudini. 
Raccontare il cambiamento è quello che dovrei fare dalle pagine di questo blog, è questo che New York mi ha insegnato: osservare la quotidianità, accettare il cambiamento, provocarlo, godere delle differenze, apprezzare le contraddizioni. E continuerò a farlo, osservare i dettagli che danno forma alla città, le sfumature che mi fanno sorridere, le increspature che mi fanno arrabbiare. Un tentativo per ritrovare la leggerezza che pare perduta.

La mia ultima nuova abitudine è il Rione Monti, quartiere nel centro di Roma. 
Circa nove mesi fa sono venuta a cercare lavoro in questa zona e fortunatamente sono riuscita a trovarlo subito. Un po’ alla volta ho costruito un microcosmo di volti familiari, sapori, colori, profumi. Scorci di una città antica, laboratori di artigiani. Gli sconosciuti sno diventati presenze fisse, i mendicanti hanno rinunciato a chiedermi l’elemosina, ma non smettono di fare un fuggevole inchino per augurarmi la buona notte. La piazza è popolata dai folli che proteggono in silenzio la loro lucida ragione. 
Sorrido nel trovare il carretto dei fiori all’angolo tra via Panisperna e via del Boschetto. Mi scaldo quando il sole illumina i gradini della fontana al centro di piazza Madonna dei Monti. Mi perdo nelle nuvole che scivolano dietro la cupola di una chiesa che non ho mai visitato. Mi emoziono quando scopro il Colosseo scendendo per via dei Serpenti. Mi sciolgo mangiando il gelato in piazza degli Zingari e i ripenso ai brividi di una notte di pioggia. Amo l'edera che si arrampica su per i palazzi e i soffitti che scorgo quando cammino a testa insù. Amo sedermi nei bar che mi accolgono senza fare domande, senza risparmiare sorrisi. Amo i palazzi, i sanpietrini e le fontanelle. Amo il caos e la quiete che si alternano indisturbati. Amo gli antiquari da cui non comprerei niente e le boutique dove comprerei di tutto.
Monti ha il sapore dei libri sfogliati, delle cose dimenticate che non si perdono.
Qui ho trovato nuove forme di tenerezza, ho trovato il piacere di condividere e quello di restare sola con me stessa. Ho riconosciuto le mie ragioni, e trovato la calma e l’energia per tracciare la mia strada.. per quando arriverà il momento di andare in cerca di nuovi percorsi, nuovi volti, nuove abitudini.

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