A quanto pare "il segreto" è tutto in quel detto che dice che volere è potere.
Desiderare, chiedere, credere e aspettare (anche se il tempo è relativo). Soprattutto stare bene, se stai bene, ma bene davvero, il bene non potrà che alimentare altro benessere e i tuoi desideri si realizzeranno semplicemente perchè li avrai incoraggiati a crescere nei tuoi giorni presenti.
Quindi tutto, alla fine, si riduce allo star bene. E la rivoluzione del segreto è che non stai bene perchè ottieni ciò che vuoi, ma perchè sei pronto ad ottenerlo.
Ovvero se non fai che lamentarti, deprimerti e aspettarti il peggio (e sentirti soddisfatto nel momento in cui poi il peggio arriva solo per il fatto di averlo previsto) allora in cambio non avrai altro che insoddisfazioni, delusioni e negatività.Viceversa se ti predisponi al meglio, il meglio arriverà.
Fin qui la faccenda mi sembra piuttosto chiara, anche perchè sinceramente è già da un po' che io mi sento bene, davvero. Le cose si complicano quando per una serie di ragioni (non strettamente dipendenti da te) i tuoi umori si modificano. Magari ti arrabbi o ti intristici e d'un tratto senti la bocca dello stomaco chiudersi, un sapore amaro avvelenarti la bocca e sai che lì, in quel punto esatto, comincia la battaglia fra ciò che provi e ciò che pensi. Penso che nonostante tutto sto (e starò) bene, ma sento che qualcosa, una punta affilata sotto pelle, mi punge. Mi concentro su qualcos'altro, un ricordo, una canzone, una risata, perché la punta è una sensazione passeggera, non affonderà nella carne, sta lì, come un promemoria, un avvertimento, è sufficiente ricordarsene.
Non sono impazzita, sono sempre la solita cinica (lo dico per tranquillizzare chi mi conosce male), ma sto leggendo questo libro che a quanto pare ha cambiato la vita a un sacco di gente, che si chiama, per l'appunto, The Secret. In mezzo a qualche esagerazione, ci sono pensieri interessanti che pare abbiano illuminato grandi uomini di tutti i tempi. Una delle prime cose a cui ho pensato io è stato Peter Pan, ricordate? Un pensiero felice per volare.
In fondo si tratta di questo, desideriamo solamente volare, sopra le delusioni, oltre le paure, lontano dove non ci siano sconfitte, ma opportunità. E sarà un pensiero felice a sollevarci. Prendere un pensiero e legarlo ad un'emozione, farne un aquilone, o un palloncino rosso, e lasciarli volare, aspettando che tornino e ci resitutiscano una rotta, un sogno, un nuovo pensiero, una nuova emozione.
Perciò lascio andare i miei desideri, ho capito che per loro non sono una buona compagnia, hanno bisogno di starmi lontano per tornare da me, forse lo stesso accade per le persone a cui vogliamo bene, lasciarle andare per il mondo, finché non cercheranno in noi un mondo da esplorare.
Nel mentre, noi, avremo coltivato la felicità, vi sembra poco?
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