Senza le parole, nulla conta,
nulla esiste, nemmeno il corpo.
Nonostante la mia ormai
certificata tendenza alla scrittura, solo di recente ho capito davvero quanto
le parole per me significhino molto più di quel che sembrano.
Non è, solamente,
una questione di idee, di conoscenza o di ignoranza, è una questione di
materia; non c’è nulla di più tangibile del senso delle parole, perché sono le
parole che danno un orientamento al caos e alla passione. Senza le parole che
li raccontino, i fatti restano memoria dimenticata. Persino le emozioni carnali
e gli istinti primitivi trovano un posto (nella mia vita almeno) solo dopo
essere stati nominati, o taciuti. Se all’avventura di una notte non segue un
intreccio, o un racconto, allora il tempo lentamente trasformerà quella notte
in un sogno e non saprò mai se quel brivido sia davvero esistito. Il desiderio
di far durare le passioni spesso si lega a doppio nodo al bisogno di sussurrarlo.
Il corpo non ha bisogno di capire, non cerca risposte, si nutre dell’attimo,
dell’incontro, ma quando l’attimo se ne va, quando l’incontro è stato
consumato, c’è un altro corpo che chiede il suo nutrimento ed è quello che
chiamerà a sé nuovi incontri e nuove passioni.
La mia carne è fatta di passione e parole, l’una senza le altre non è
degna di essere vissuta e le parole, prive di passione, restano sterili
osservazioni di un mondo che non cambia.
Forse è questa la chiave di
tutto, dei miei eterni dubbi e del mio destino, solo adesso mi sembra tutto
chiaro. Finalmente capisco gli anni passati appesi ad una parola sospesa, ad un
“ma” che ha paralizzato la mia crescita. Solo adesso capisco quello che non mi
basta e capisco un titolo che Garcia Marquez ha scelto per un suo romanzo:
Vivere per raccontarla. La vita chiede di essere detta, raccontata, e farlo
restituisce alla vita, in un modo difficile da capire, se stessa. Chiamarla “razionalizzazione”
è freddo, distaccato, forse persino sbagliato, perché nelle parole non c’è sempre
ragione, c’è però un percorso, che dalla testa porta al cuore, andata e
ritorno. È quella la strada che voglio percorrere e consumare e la terra
selvaggia in cui aspetto di perdermi.
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