Un'altra epoca è cominciata di questo mio lungo viaggio.
Venerdì ho concluso lo stage alla caffeina ed è cominciato il conto alla rovescia per il mio rientro in Italia. Ma soprattutto è arrivata l'estate e con essa il mio tuffo nella New York che ancora mi manca di conoscere. Tre settimane per fare e vedere ciò che meritava del tempo per essere affrontato. La cura della lentezza, il ritmo delle passeggiate da godere, la lista da spuntare, le storie ancora da scrivere, le persone ancora da conoscere. Un nuovo esaltante inizio.
Ora che Ollie e Carmine mi hanno avvicinato al mondo di Brooklyn non riesco a resistere alla tentazione di andarla a cercare anche nelle mie passeggiate solitarie. Brooklyn è immensa e piena di espressioni, e la mia idea di lei è ancora confusa,
Oggi sono andata a Prospect Park, un altro parco costruito dallo stesso creatore di Central Park (che a quanto pare ha corretto gli errori fatti a Manhattan....poi vai a capire quali possono essere questi errori!).
NY ha un forte debito con la natura e per questo si direbbe cerca di dedicarle ampi spazi verdi, templi di perdono e purificazione per i cittadini intossicati che devono ritrovare un'origine, un sapore puro, un respiro quieto.
Basta uscire da una metropolitana per trovarsi altrove, dentro un bosco, in sentieri che portano a laghetti artificiali, senza suoni artificiali.
Prospect Park in questa giornata d'estate era piena di famiglie che facevano il picnic e il bbq; c'erano i ragazzini che disputavano tornei di baseball (ecco le scene dei film diventare reali) e bambini che correvano indisturbati.
Io sono arrivata dopo le 2.00 pm, ho preso un hot dog da un ambulante e mi sono sdraiata sotto il sole ad osservare la platea di Brooklyn. Ho comminato molto seguendo uno dei percorsi proposti (la linea rossa) e devo dire che è bellissimo. Uscendo ho ripreso la metropolitana, questa volta la linea G che scorre solo da questa parte di NY, non attraversa i ponti, fa il suo giro indisturbato caricando le facce crude di Brooklyn e del Queens.
Sono tornata a Williamsburg ... volevo andare a curiosare nel mercatino degli artisti, che però mi ha deluso. Speravo meglio. Ho continuato a perdermi però, cercando di creare una mappa di quella zona nella mia testa, riconoscere le vie, i negozi, i ristoranti, dare senso al traffico e alle mie esigenze. Ho ritrovato un caffè in cui sono stata con Olivia e mi sono seduta a scrivere.
Adoro queste caffetterie che hanno lo spirito delle biblioteche e il fascino dei locali senza troppe pretese. Spesso trovi ottimi panini, bevi caffè di prima qualità e ascolti in sottofondo musica selezionata, perfetta per concentrarsi senza rimanere soli.
Sono tornata a casa nel pomerggio e mentre camminavo per Bedford Avenue mi piaceva guardarmi intorno e farmi soprendere da quella gente così diversa e in un modo inaspettato, semplice. Una semplicità complessa, che non è facile descrivere. Mi viene da dire la semplicità di chi ha visto e sperimentato tanto nella vita, di chi ha scelto per se stesso nel rispetto degli altri, di chi ha smontato le barriere e ha trovato lì sotto una libertà che non fa male, che comprende e ragiona, che cammina dritto e all'occorrenza si riposa. Molti di loro sono artisti o sono senza talento che si circondano di nuove idee. Ci sono le mode, senza dubbio, e ci sono i giullari di corte, non lo nego, ci sono certamente gli imbecilli che seguono la corrente, ma ci sono anche i viaggiatori che trovano una casa dentro il dettaglio di un sogno, un sogno che guarda Manhattan e sa di provincia, di tutte le province del mondo.
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