Mi sono svegliata con lentezza questa mattina e sorprendentemente c'era il sole ad aspettarmi. Finalmente ho preso l'autobus per allontanarmi da casa, ma più che altro solo perchè dovevo andare in un'altra zona di Harlem, sono andata ad est. Cross town.
Sono entrata nelle vesti stretti della turista, o per meglio dire in quelle ampie della ricercatrice.
Nelle prime non mi riconosco, per quanto spesso mi ritrovi a fare percorsi turistici, ma senza l'urgenza di un tempo da succhiare voracemente. Questa città è anche mia.
Nelle seconde sembro un po' cucciolo, il nanetto di Biancaneve. Ma cercare nuove strade e nuove storie non è solo funzionale al mio nuovo progetto, ma utile a saldare il mio legame con NY.
Il giro di oggi è cominciato al museo della Città di New York, sulla Fifth Ave e la 102 St.
E' un museo che consiglio di visitare, è esteticamente bello, a misura di visitatore, per niente dispersivo e le esposizioni sono molto curate. C'è una bellissima galleria fotografica della vecchia città e un documentario - narrato da Stanely Tucci - che ne racconta la storia.
Inoltre oggi ho potuto vedere una bella retrospettiva dedicata ai fumetti di Charles Addams (il disegnatore della famiglia Addams) legati a New York, che sono stati spesso pubblicati dal New Yorker.
Un'altra sala ospitava invece una mostra sulla storia dell'automobile e NY.
Alla fine sono stata rapita dal negozio del museo che ha una grande varietà di testi dedicati ovviamente a NYC.
All'uscita il sole invitante mi ha indotto ad attraversare la città da Nord a Sud passando per Central Park sul versante est, dove non avevo ancora mai passeggiato. Con calma e amorevole pazienza mi sono fatta abbracciare dal vento caldo, prendendomi un tempo solo mio.
E' un lusso poter godere della città negli orari di lavoro. Qualcuno corre sempre per non perdere l'allenamento, qualcun altro si sdraia sull'erba a leggere o porta a spasso i cani.
Io mi sono fermata in contemplazione di un dolce equilbrio affacciata sul lago dedicato a Jackie Onassis. Avevo la musica a farmi compagnia, le anatre posavano per qualche scatto e io mi sono aggrappata a quel momento che non volevo lasciar perdere.
Mi sono sdraiata a leggere su quell'immenso prato che solo pochi mesi fa ho attraversato ricoperto di una spessa coperta di neve bianca.
All'altezza della 72esima ho lasciato il parco passando per Conservatory Water, il giardino (quasi) segreto che ho scoperto poche settimane fa.
Dalla 68esima strada ho preso la metropolitana per saltare tutta midtown e arrivare direttamente a SoHo. Spring Street, la libreria e caffetteria di McNally e Jackson a Prince Street e poi ancora giù, attraverso China Town.
Ho visto l'east side cambiare aspetto centinaia di volte oggi. Un viaggio a piedi intorno al mondo, in meno di 80 giorni...forse giusto 8 ore.
Sapevo orientativamente quale fosse la mia meta, nonostante avessi un appuntamento non mi spaventava perdermi. Seguivo una direzione mentale, sempre dritto verso sud est, un po' oltre il ponte.
Ed eccolo il ponte,dopo aver svoltato a sinistra l'ho trovato imponente, magico e poetico come ricordavo. Anzi meglio.
Ero in anticipo e me lo sono goduto da una panchina. Il sole era pronto per tramontare e la sua luce calda alle mie spalle illuminava i mattoncini e l'architettura perfetta del ponte di Brooklyn.
Un altro momento perfetto, solitario e intimo con questa città che muta mi ha accolto e rinforzato. Quei mattoncini rossi fanno parte di me.
Ho incontrato Laralyn al molo 17 (Pier 17). Alle 7.30 pm ci dovevamo imbarcare.
Da oggi anche lei è in vacanza e finalmente è pronta per scoprire questa città che per tanti mesi non è riuscita a guardare. Il nostro taxi boat è salpato nel clamore di una parata per turisti.
Un'ora per rinchiudere Manhattan in un solo sguardo. Downtown, Battery Park, il vuoto delle torri scomparse, un po' più in là la città che si arrampica in alto appoggiata su un velo d'acqua, sospesa sul mare, appesa ai fili segreti dei sogni, radicata ad un passato di carta pesta.
New York è il mondo delle contraddizioni. E sono questi estremi a trattenerla in equilibrio.
E' ricca e povera, è piazza degli affari e circo, è poetica e cinica, è onirica e brutale. Puoi esserne schiavo oppure re.
La barca si è fermata davanti alla Statua della Libertà, poco c'è mancato che mettessero l'inno degli USA, i turisti in posa proclamavano il raggiungimento della vetta. Io e Lara un passo indietro abbiamo assaporato un sogno che sa di casa. Abbiamo riso della giostra, della guida entusiasta, dei flash...ilmio sguardo l'ho lanciato come un amo sulla città di stelle, che da lontano sembra tanto piccola e preziosa. La statua accanto a me era bella, era bella per la sua storia, bella per la sua pazienza, bella per tutto il mondo che ha accolto e difeso.
Questo è stato il mio terzo momento di amore della giornata, ma lo metto insieme alla vista notturna del ponte di Brooklyn che abbiamo avvicinato e sorpassato prima di riatraccare, con il sapore di un'altra storia da raccontare, un altro sorriso da difendere.
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