sabato 13 febbraio 2010

Roma, signora mia

Ieri mattina mi sono alzata e fuori c'era la neve. C'era la neve su Roma.
Dopo il primo stupore ho provato del dispiacere per non essere lì a condividere quello strano miracolo. A Roma non nevica mai. L'ultima grande nevicata che la gente ricorda è avvenuta quando io avevo sei anni. Un'intera generazione romana è cresciuta con quel piccolo ricordo incastrato nella memoria infantile.
Siamo quelli della nevicata dell'85.
Poi ho capito che scegliendo di stare lontano, ci saranno moltissimi altri accadimenti che i miei amici celebreranno senza di me. Fa parte della mia scelta.
Ma sono stata felicissima per loro. Per tutti quelli che su Facebook continuavano a caricare foto con la città vestita da sposa, commentando l'entusiasmo o il disagio cittadino.

La mia bellissima e tragica Roma, come sta? Qualcuno da quelle parti le può chiedere come sta? Che succede all'EUR, o a piazza Navona? E' salito molto il Tevere quest'anno con le piogge? Ci sono in giro spettacoli belli da vedere? I tramonti stanno cominciando a tingersi di rosso intenso, sempre un po' più in là, nelle ore del giorno? Tra un po' arriva la primavera.
Sarà bello passeggiare in centro la domenica.
Dovessi essere lì oggi, probabilmente prenderei la macchina e me ne andrei verso via Giulia, Campo dei Fiori, Piazza Navona, via del Governo Vecchio....magari la neve non ci sarà già più, ma la vedrei nelle parole e negli occhi di chi ieri si è stupito. Mi perderei in vicoli che non sempre riconsoco, perchè qui ho imparato che il modo migliore per amare una città è attraversarla senza meta, senza mappa, senza aspettative, per trovarsi davanti ad un palazzo o una strada che non pensavi di trovare e te ne innamori. Il problema potrebbe essere ritrovarlo, dal momento che sei perso! A quel punto quello che fai è concentrarti, guardarti intorno, trovare un punto di riferimento, accendere la luce alta, e rimetterti a posto. Sei lì, e quel lì è un posto nuovo da ricordare. Un posto nuovo che per lo più a Roma ti aspettava da qualche migliaio di anni e tu cretino, ti eri dimenticato di quella lunga attesa!
Ma Roma è paziente. Roma è una vecchia nonna saggia, vestita con abiti scuciti e scoloriti, che se ne sta sempre indaffarata a fare qualcosa vicino alla stufa. Cucina, fa la maglia, racconta storie, ascolta la radio, vede passare il mondo e sorride di quel mondo buffo che l'ammira, molto spesso senza capirla veramente.
Se New York è la diva sempre pronta a mettersi in posa e a farsi bella, Roma è la vecchia signora che ti parla al cuore, ti spoglia, ti dice chi sei, poi ti riveste e ti offre quello che ha appena cucinato.
"Siediti lì e non ci pensare. Mangia che ti fa bene." E' una vecchia signora bellissima, ironica, intelligente (ma che non lo fa notare), sa ridere con una risata forte che si soffoca negli spasmi di allegria, e subito dopo sa essere spietatamente seria e distratta. Ti dà e ti toglie come solo le vecchie signore di un tempo, che hanno vissuto la guerra e le distrazioni altrui, sa fare.
La neve probabilmente si è sciolta, ma sento ancora il respiro affannoso di Roma, dopo un'improvvisa risata di gioia infantile.

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