Mi è capitato più di una volta, e ultimamente ci faccio caso spesso, di camminare sui marciapiedi di NY con lo sguardo rivolto in alto, in cerca degli appartamenti in cui non mi posso permettere di vivere. Mi limito a sognarli e a cercarli con lo sguardo. E quello che da qualche tempo a questa parte noto è che ci sono le luci accese, ma non si vede mai nessuno dentro.
Non guardo oltre le finestre per vouyerismo, ma per incanto.
Ci sono case meravigliose in giro. Quando ho cominciato a domandarmi chi ci vivesse mi sono accorta che non c'è mai nessuno.
Librerie piene di libri, quadri, qualche volta pareti con mattoni a vista (e in quel caso godo e rosico allo stesso tempo!) o scale a chiocciola, che portano dove la mia curiosità non può arrivare.
A Natale lo spettacolo diventa ancora più affascinante, con le decorazioni e le luci piccole e tipide che allestiscono la scena di un film, ovviamente una commedia romantica.
Vorrei avere i pop corn e una poltrona comoda per immaginarmi lì dentro, ma per non rischiare di sembrare una maniaca e venire denunciata, queste piccole intromissioni le faccio mentre cammino, rallentando il passo e andando a sbattere contro gli altri passanti.
Si direbbe però che gli abitanti di quelle case amino farsi notare, perchè non ci sono tende alle finestre, neppure nelle case a ridosso della strada.
Ma quei fortunati inquilini sono sempre altrove. Luci accese e case vuote.
Le mie preferite finora sono quelle sulla Fifth Ave, tra Union Square e Washington Square, ma anche Chelsea offre dei sogni da non sottovalutare.
L'altra sera sono passata davanti a delle case bellissime nel Lower East Side.
Tutti palazzi perfettamente diversi gli uni dagli altri, che insieme si armonizzavano senza fatica. E dentro le solite case vive e abbandonate.
Le persone mancanti. Dove vivono loro mentre il sogggiorno guarda da solo la città che scorre? Cosa fanno mentre i libri aspettano di essere aperti, sfogliati e spostati? Che musica ascoltano per riempire quello spazio dedicato solo a me che passo troppo di corsa?
Per due notti consecutive, la settimana scorsa, mi è capitato di sognare le persone mancanti. Non semplicemente persone di cui sento la mancanza, ma persone che non so bene perchè ad un certo punto hanno smesso di trovarsi nella mia vita.
E la buffa coincidenza è che la prima sera ho sognato le persone mancanti lasciate in Italia (due amici che non so bene perchè non frequento più e che so bene perchè mi mancano), e la sera dopo ho sognato due persone che in qualche modo mi sono sfuggite qui a New York. Sembrava un messaggio venuto da chissà dove.
Come se un filo di assenze legasse questi mondi e il nodo fosse il centro del mio abbandono notturno, il sogno reale.
Quando perdi le difese i sogni trascinano con prepotenza i pensieri che cerchiamo in ogni modo di occultare durante il giorno. C'è poco da fare, ci sono pensieri che vanno pe(n)sati.
E' la mia vita la casa illuminata con le persone mancanti?
Forse quegli inquilini sono accanto a me, sul marciapiede opposto a guardare dentro le loro case, a pesare i pensieri. Mettono una piccola distanza fra ciò che hanno e ciò che sognano. Come chi vive ad Harlem o a Spinaceto.
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