Sabato di bellezza.
Questa mattina mi sono concessa un modesto (ma efficace) shopping; poi alle 16.30 ho incontrato Dani per sfruttare finalmente il nostro regalo di Natale.
Ricevemmo infatti da un fornitore una smart box (un buono regalo da spendere dove si vuole scegliendo da un catalogo). Visto quanto costano i trattamenti estetici qui (a tal proposito preannuncio un post apposito per le donne) abbiamo optato per una pulizia del viso in una SPA sulla Fifth Ave.
Bè, pulizia del viso non proprio, visto che la pratica qui la fanno pagare ben $120,00! Ci siamo sottoposte ad un semplice peeling di 30 minuti.
Il salone era terrificante, evidentemente se non si spendono almeno $300,00 all'ingresso non si può sperare in un'ambiente più "confortevole". Delle signore russe ci hanno accolto molto carinamente (in nostro onore hanno messo persino Bocelli...come dirgli che non è proprio il mio preferito??) e ci hanno spalmato sul viso questo gel che in pochi secondi ci ha tolto uno strato di pelle dal viso (giuro, l'ho visto con lo specchio!). Dicono che il prodotto non esiste neppure in Europa (un bene o un male??). Mentre con gli occhi chiusi sentivo venir via una parte della vecchia me mi domandavo se uscendo sarei sembrata come Samantha in quell'episodio di Sex and the City in cui si fa un peeling chimico e poi sembra un mostro che terrorizza tutti!
Sono uscita che per fortuna (???) sembravo ancora me stessa, ma adesso ho la pelle del viso che sembra quella di una bambina!
Il sabato è proseguito alla ricerca della bellezza...non la mia...quella è persa.
Siamo stati tutti noi di i-italy alle selezioni di Miss Italia nel Mondo New York. La ricerca dell'italo americana che rappresenterà lo stato di New York nella finale nazionale, per accedere poi alla manifestazione italiana.
E' stato divertente. Noi donne siamo perfide con le altre donne...e la cosa peggiore è che ci diverte esserlo! Le ragazze erano tutte molto simili tra loro, more, capelli lunghi, sorriso standard, molto truccate...ma in fondo erano piccole, e probabilmente insicure. Adolescenti che giocavano ad essere donne, come quando a cinque anni si gioca ad essere madri.
Non sanno ancora chi sono, la bellezza è una maschera che parla una lingua universale, e rassicura sapere che si può essere letti e capiti nonostante le parole sfuggano.
Le parole che non riusciamo ad afferrare sono quelle che ci dovrebbero identificare, che ci dovrebbero consegnare un mondo e permetterci di dare a quel mondo un gesto consapevole di noi stessi.
Il giorno in cui saremo in grado di far cadere la maschera, di toglierci di dosso uno strato inutile di pelle, avremo capito che la bellezza è uno strumento, non la musica.
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