venerdì 15 gennaio 2010

Miko sai

Non serve conoscermi molto bene per sapere che io e gli animali parliamo una lingua sconosciuta. Cioè, evidentemente gli animali non parlano, ma la maggior parte delle persone riesce a comunicare con loro. Le mie amiche si inteneriscono davanti all'animale più brutto che si possa incontrare.
Quando i bambini come me si facevano rincorrere dai cani io scappavo.
C'è stato nella mia vita qualche inspiegabile episodio di amicizia con degli animali. Un paio di cani e un paio di cavalli (adirittura delle lezioni di equitazione che ancora non mi spiego).
Brevi avventure, nulla di serio.
Quando ho saputo che avrei condiviso la casa di Harlem con una ragazza ed il suo gatto non ne sono stata per niente felice. Una volta ero anche allergica. La scusa non regge più, adesso l'allergia mi è pure passata.
C'è qualcosa negli occhi degli animali che mi inquieta.
Conosco un paio di psicologi che si staranno leccando i baffi (tanto per rimanere in tema), ma vado avanti ignorandoli.
Gli animali (penso in particolar modo ai cani e ai gatti) non abbassano mai lo sguardano. Ti fissano finchè non cedi. Ti provocano e sembrano cercare un percorso su quel sentiero che tu fai di tutto per coprire di sabbia.
Miko sai è un gatto strano. Tanto per cominciare non salta e già questo lo aiuta a farsi apprezzare da me. Ma probabilmente non salta perchè c'ha una certa età. Ma soprattutto scappa. Lo sguardo, il più delle volte, lo abbassa lui.
Ha paura, non si fida. Ha un passato infelice, prima di Laralyn. Così ha deciso che dei gesti improvvisi c'è poco da fidarsi.
A volte mentre io e Lara ceniamo lo vediamo scattare e correre senza una direzione, così, all'improvviso. Gioca con l'aria, scappa, caccia non si sa bene che. Lara dice che vede i fantasmi. Lascio correre. Ci mancano solo i fantasmi.

Miko sai è triste. La sua padrona non c'è quasi mai a casa. Quando viveva in California passava le sue giornate al sole e all'aperto. Faceva la vita del felino.
Qui sta tutto il giorno solo in una casa di fantasmi e rumori ingombranti di vicini che non capisce.
Così ogni tanto, quando Lara è fuori, io lo passo a trovare e gli faccio qualche carezza sulla testa. Mi muovo lentamente, perchè non si spaventi. Sussurro e lui a poco a poco chiude gli occhi e si fida. Allora penso che forse anche io posso fidarmi.

1 commento:

Simona ha detto...

C'oooosò c'oooosòòòòò!!!

Ahahahahahaha! Scusa sono una demente stamattina, ma se non la scrivevo mi sentivo male!!!

A parte le minchiate (che temo che in questa giornata dilagheranno indisturbate) io preferisco i gatti ai cani, sono più egoisti, più misteriosi, e ti danno sinceramente la sensazione di non aver bisogno di te per vivere.

Buon weekend amica mia,
ti voglio benissimo