Una giornata emozionante. Era da tanto che non mi emozionavo così camminando per New York.
Mi sono alzata piena di entusiasmo e con una gran voglia di uscire, perché c’era il sole, era sabato mattina e c’erano così tante destinazioni da cercare che non sapevo decidermi. Sulla metropolitana ancora non avevo deciso dove scendere. Inizialmente volevo visitare il MoMa, ma mi sembrava uno spreco lasciare fuori un sole così bello. Allora ho cominciato a vagare per Spring Street, ed è stata la scelta perfetta.
Penso che sarà quello il primo posto in cui porterò le mie amiche o mia sorella, se mai mi verranno a trovare. Non riuscivo a rallentare il passo perché volevo bere senza respirare tutta quella bellezza, quell’atmosfera, la mia pace gioiosa.
Oggi sono uscita portando con me il computer, perché volevo dare la stessa energia al mio romanzo.
C’è ancora tanto da scrivere. Ho preso un cappuccino e una fetta di plum-cake da Starbucks e mi sono seduta a scrivere. Quello che più mi piace di Starbucks è la musica che diffondono. Concilia i pensieri.
Ho scritto un po’ e poi ho sono uscita. Dall’altro lato della strada c’era una galleria che esponeva quadri di Keith Haring e Basquiat. Ho continuato a camminare risalendo verso Greenwich Village e poi è successa una cosa inaspettata. Premetto che la collega di ufficio che occupava prima la mia “postazione” ha lasciato lì Il giorno in più, di Fabio Volo. Dal momento che lui quel libro lo ha scritto qui ho deciso di leggerlo riconoscendo le tappe del suo viaggio. Proprio ieri l’ho finito. Mi è piaciuto. Ci sono delle piccole verità, degli spiragli di tenerezza e una vista su NY. Oggi passeggiando in Bleeker Street ho incrociato proprio l’autore e mi è sembrata un’adorabile coincidenza.
Ora sto mangiando un cupcake salato (spettacolare) da Sweet Ravange. Perché dopo tanto inverno un’idea di primavera e dolcezza sono la rivincita migliore.
Avendo messo il pc in borsa il blog oggi lo scrivo in diretta, durante un’altra tappa della giornata, prima di aprire il file del romanzo.
Dunque, dover eravamo rimasti? Ah sì, alla bakery di Greenwich Village e al fortuito incontro con Fabio Volo. Dopo sono andata al MoMa a vedere la mostra di Tim Burton, che ho trovato geniale. Il MoMa poi è fantastico. Immenso, pieno di sale e spazi ampi … e tanta gente. Soprattutto nell sala dedicata a Burton.
C’è anche una lettera indirizzata a Johnny Depp…ahhhhh……
Ho fatto un giro ed ho visto ancora tanti quadri di artisti che amo. Klimt, Chagall, Van Gogh, Modigliani, Frida Kahlo, Diego Rivera e fotografie di Avedon. E poi davanti ad un immenso Jackson Pollock mi è successa una cosa strana (un’altra). Ho desiderato che qualcuno (evidentemente un uomo con cui dividere l’intimità ed il silenzio) mi abbracciasse. Niente di clamoroso, un semplice abbraccio improvviso alle mie spalle. Un abbraccio limpido che aprisse un varco nel caos di Pollock (e forse nel mio) e mi avvolgesse.
Non c’è bisogno che qualcuno mi salvi, non devo essere salvata, ma forse a volte sarebbe bello che qualcuno staccasse con cura e delicatezza questo groviglio dalla mia pelle.
Non mi sono fatta mancare emozioni e bellezza oggi, sono persino andata a conoscere la libreria Rizzoli sulla 57esima. Ed è più bella di quanto mi aspettassi. Elegante, soffice, antica.
Ho un appuntamento per cena alle 8.30 nel lower east side e non aveva senso tornare ad Harlem per un paio d’ore. Così sono andata in cerca di un posto dove potermi sedere in tutta tranquillità a scrivere e bere un tè. Mi è venuto in mente Grand Central, la stazione. Ma non pensate alle nostre stazioni ferroviarie, questo è un altro pianeta. Sorseggio il mio tè, ascolto la musica con l’ipod e ripenso a questa magnifica giornata. E adesso apro il file del romanzo, perché ha voglia di essere scritto ed è insistente.
Ultimo round. Sono le 2.00 di notte e sono a casa. La cena e le nuove conoscenze hanno dato il tocco che mancava alla mia giornata. Una serata in compagnia per riempire i varchi lasciati liberi dal mio lungo camminare per Manhattan.
Questo post è stato proprio lunghissimo, ma in fondo l’ho scritto in circa 14 ore!!!
Nessun commento:
Posta un commento