Ieri ho immaginato come la mia vigilia di Natale sarebbe stata. Oggi posso raccontarla.
Tanto per cominciare ieri notte ho finalmente dormito...per ben 11 ore!
Ho visto e sentito la mia famiglia per gli auguri ed i racconti.
Santiago mi ha chiesto quando lascerò NY e tornerò a Roma. Cosa gli dici ad un bambino di quattro anni che ti chiede di tornare? Come resisti alla tentazione di correre via per abbracciarlo e abbraciare suo fratello di tre mesi?
Poi sono riuscita a parlare anche con le mie amiche, ed è stato folle e divertente creare una connessione a tre e spezzare la distanze. Ridere di noi e ricordare come siamo. Ovunque, nonostante tutto.
Come da tabella di marcia sono uscita a fare gli ultimi acquisti.
E New York è stata generosa e indulgente con la mia nostalgia, regalandomi una giornata di sole splendida. Ho camminato ancora una volta per il mercatino di Natale di Union Square, poi ho fatto la spesa e per tornare alla metropolitana ho felicemente sbagliato strada. Ero sulla Fifth Avenue quando mi hanno chiamato da casa. Loro stavano cominciando a cenare e ho sentito il coro di un amore che vola leggero sul mare.
Improvvisamente i miei occhi hanno trovato Washington Square ed ho capito cosa qui dà un senso alle tristezze. C'era ancora la neve e c'era la luce calda del sole che comincia la sua discesa. C'era la pace chiusa in una frazione di frenesia e bellezza. C'era tutto il mio amore per questa città e per i miei giorni inaspettati.
Sono tornata a casa a cucinare (il tiramusù e i tortellini sono venuti benissimo) e poi sono arrivati gli ospiti.
La cena è stata buona, allegra e insolitamente natalizia.
Volevamo sentire il Gospel, siamo usciti nella notte neanche troppo gelida....ma le chiese erano tutte chiuse! Le possibilità sono due...ci abbiamo messo troppo ad uscire di casa....oppure non fanno la messa di mezzanotte! Ma almeno abbiamo digerito!E siamo tornati a casa bere vino e chiacchierare.
E adesso siamo ancora quia godere della notte....
Buon Natale!
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