venerdì 4 dicembre 2009

Come il cioccolato...

Pensavo che avrei ceduto, che per una sera avrei lasciato questa pagina bianca. Dopo 30 post quotidiani avrei valutato una fermata. Sono le 2.00 di notte, sono stanca, acciaccata e ho poche idee chiare per la mente. Non sapevo che scrivere.
Poi ho deciso di raccontarvi di L.

Sono tornata a casa questa sera dopo il lavoro e non ci sono rimasta nemmeno 5 minuti (non faccio che correre da una parte all'altra della città ultimamente).
Ho raggiunto L. per una cena da SIP, un locale/ristorante/pub tra Amsterdam e la 109, vicino alla Columbia University. Alle 9.00 lei aveva lì un incontro con i suoi compagni di corso di spagnolo per una sessione di conversazione e pratica. Per la serie che sono venuta negli States a praticare l'inglese e mi ritrovo a bere vino rosso cheap con degli americani che stentano a parlare spagnolo! Ma la cosa buffa è che almeno per una volta non ero io quella in difficoltà!

Siamo tornate a casa abbastanza presto perchè L. doveva studiare. Sta dormendo pochissimo, studia la notte intera e si addormenta all'alba per poche ore di riposo.
Ma poi, come ogni sera, finisce che passiamo almeno due ore a chiacchierare!
Lei si è preparata un caffè forte e insieme abbiamo mangiucchiato pezzetti fini di cioccolato (nell'illusione che essendo piccoli non facessero danni). Un po' di cioccolato al latte e un po' fondente. Ha comprato due mattonelle perchè non sapeva quale mi piacesse di più.
Dato che ancora nessuna delle due ha deciso quale preferisce, alternavamo un tipo con l'altro. E nel mezzo, come sempre, abbiamo parlato di tante cose diverse.

Mi ha parlato di suo padre, con cui è in costante conflitto. Non si capiscono e non si capiranno mai. Lui ha combattuto in Vietnam e poi si è arruolato in polizia, perchè non sapeva che altro nome dare alla sua vita. E lei, che studia diritti umani, si chiede cosa abbia davvero fatto suo padre agli altri uomini. E forse non avrà mai il coraggio di scoprirlo.
Lui crede nell'America come ad un Dio pre-potente, ogni mattina issa la bandiera a stelle e strisce e guarda al resto del mondo senza vedere niente.
Lei usa gli occhi e la sua macchina fotografica per farsi domande su un mondo che non capisce e non accetta. Ha scelto di cambiarlo, contro suo padre.

La storia del suo tatuaggio me l'ha raccontata una volta e mi sono commossa.
Viene da un sogno che ha fatto più volte. Nel sogno si sentiva in pace come non era mai stata in vita sua. L'ha raccontato ad un suo amico tatuatore, il quale qualche giorno dopo è andato da lei con un dipinto. Aveva dipinto il suo sogno. E glielo ha scritto sul corpo.
Adesso L. quella pace se la porta sulla pelle.

Io anni fa ho scritto un racconto che parlava di una storia molto simile. Mentre ascoltavo L. mi sembrava di leggere tra le sue righe la mia stessa fantasia, e mi sono venuti i brividi.

Insieme abbiamo scoperto di essere diverse, come il cioccolato al latte e quello fondente, ma che ci sono tante cose, tante emozioni, dubbi, sogni, insicurezze e aspettative che ci rendono identiche. Perfettamente comprensibili, oltre il senso delle parole, molto dopo le esperienze, ancor prima del futuro.

Le ho chiesto se potevo scrivere di lei questa sera sul mio bloog. Ha detto di sì, tutto quello che volevo. E di aggiungere alla fine che se c'è qualche ragazzo carino e intelligente interessato lei è disponibile...ma per piacere, che non sia un altro SHMARK....che vuol dire?
...to be continued....

2 commenti:

Simona ha detto...

Hai fatto bene a non fermarti amica mia, lo sai che qui c'è una folta schiera di persone che attende di trovare i tuoi post!

Da come la descrivi, questa L. sembra una ragazza molto speciale, se ho capito bene è la tua coinquilina, giusto?

Oggi è sabato, la febbre sembra mi sia passata finalmente e non vedo l'ora di uscire un po', sto impazzendo in casa!!!

Baci buon sabato
S

Annalisa ha detto...

e anche stavolta...alle due di notte sei riuscita a regalarci un bellissimo momento..
grande piccola Ale
da qui un pensiero gigante
ti voglio bene
annalisa