D'altronde l'avevo detto, che non sono costante. Che mi distraggo, vado oltre, torno indietro, cambio strada, mi perdo e poi improvvisamente mi ricordo....il mio blog! Dovrei andare a depositare qualche parola. Seppellire idee e lasciarle crescere nel terreno di internet. Non so ancora se sia un terreno fertile o un deserto arido. La risposta immagino sia "dipende", forse dipende dall'acqua con cui lo nutro. Che siano i lettori l'acqua per questa terra? Sto cercando di far crescere una pianta all'ombra della mia solitudine? Forse dovrei far entrare il mondo, in questo mondo solitario. Inviterò tutti gli amici, i conoscenti e quelle creature che stanno a metà strada, prese dal regno immaginario di facebook e dir loro che ho anche io una voce muta. Qualche strana idea che fluttua da queste parti.
Oggi è primavera, ma è tornato il freddo. Sto cercando di ricordare come sia stato negli anni passati, sono sempre così drammatiche e stimolanti le primavere? Credo di ricordare che ogni anno, di questi tempi, butto all'aria il mio mondo, lo distorco, accendo nuove luci per guardarlo meglio, diversamente. Cerco nuovi appigli per reggermi durante la trasformazione di questa pelle che trascina dietro di sé il peso della mia anima.
Mi spavento, ma sono lucida e questa consapevolezza mi permette di dare un senso alla paura. Ho bisogno di partire. Ho bisogno di aprire le finestre e respirare profondamente, lontano da un lavoro che non mi appartiene e che mi sta catturando. Lontano da un tempo che non sa di teatro, di libri e di ore piene. Lontano dal vuoto che non sente il tocco delle carezze e la forza degli abbracci. Lontano da uno scheletro che non cammina.
Il mio regno per un cavallo.
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