Si sta staccando
dall'infanzia. Lo osservo attentamene e vedo già, dentro il corpo di un
bambino, lo sguardo del ragazzo che sta emergendo. Come fosse una scultura di
marmo, prendono forma gli anni che verranno. Mio nipote ha quasi dieci anni ed
è sempre stato una creatura fuori dal comune. La sua intelligenza, il suo
ostinato voler scegliere le parole, la capacità di pesarle e cercarle, ci hanno
sempre stupito ed emozionato. E la cura che mette nelle parole lo hanno aiutato a pensare,
immaginare, domandare, capire. Sta diventando grande, e cresce anche attraverso
l’impegno e l’amore della sua famiglia. Per questo voglio dedicare a lui una
lettera, oggi 25 aprile 2015. 70 anni di Liberazione.
Mio caro Santiago, 70
anni ti sembreranno moltissimi. Ti sembrano tanti persino i miei 35! Eppure per
un Paese 70 anni sono pochi. 70 anni fa questo Paese è uscito dalla guerra. Lo
so che per te (per fortuna) è difficile capirlo. La guerra è una cosa che
nessun bambino dovrebbe conoscere. In guerra, sotto una dittatura, c’è la
povertà, la fame, la paura. Ma se possiamo ricordare e raccontare questa
storia, lo facciamo perché in guerra ci sono anche uomini coraggiosi, solidali e
ambiziosi. Quegli uomini (si chiamano partigiani) hanno combattuto per liberarci dagli oppressori. Erano ragazzi di vent’anni disposti a dare la vita, perché senza
libertà non c’era futuro che valesse la pena aspettare e costruire. Molti di quei ragazzi
sono morti per un’idea di giustizia che ancora oggi dobbiamo proteggere e
coltivare. Sarà anche compito tuo proteggerla, perché è l’unico modo per impedire agli ingiusti e ai prepotenti di
decidere al posto nostro.
Questo significa non
dimenticare mai il valore immenso della libertà. Ci sono ancora tante persone
che credono che la libertà che abbiamo oggi non sia una gran cosa. Come
se fosse dovuta, inevitabile, il minimo indispensabile; e che in fondo la
libertà di cui godiamo noi non sia poi così assoluta. Ma chi lo dice non sa
cosa sia la sua totale mancanza.
Essere liberi significa
poter contestare le opinioni altrui, manifestare le proprie idee, muoversi per
raggiungere altri confini, voler bene ed essere amico di chi è diverso da te. Significa
leggere qualsiasi libro, ascoltare ogni tipo di musica, studiare tutto ciò che
ti incuriosisce. Significa litigare e dopo fare pace.
Un giorno
conoscerai la storia della tua famiglia. Attraverso le parole imparerai a
pesare il passato, un passato che appartiene anche a te e a tuo fratello, e che
dovete custodire.
Il non dimenticare il
passato di coloro che sono rimasti e di coloro che sono partiti lasciando un
Paese devastato, ci serve per sviluppare un muscolo importante, è il muscolo
che muove il rispetto, la pietà, la solidarietà.
Viviamo in un Paese
che è diventato difficile, che ha cominciato a dimenticare. Quel muscolo si
sta rammollendo. Tu sei coraggioso e curioso, le tue braccia stanno diventando
forti, i tuoi muscoli scattanti. Sii sempre pronto ad accogliere chi ha paura,
fame ed è in cerca di un futuro che valga la pena aspettare e costruire. Non credere
agli ingiusti e ai prepotenti che vorrebbero convincerti del contrario, essere
umani significa essere partecipi del destino degli altri.
Un giorno sarai
grande abbastanza per viaggiare e in quei viaggi capirai davvero che cosa
significa essere diversi e tutti uguali.
E soprattutto capirai cosa significa
essere liberi.
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