Il bianco della resa. Il bianco dell’anonimato. Il bianco
(in alcune culture) del lutto.
Per un po’ mi sono persuasa che lasciare bianca la mia
scheda elettorale fosse l’unico gesto rivoluzionario che potessi fare. Resa,
anonimato, lutto.
Perché scegliere, spinti da un tumultuoso senso di delusione,
è difficilissimo. Soprattutto per chi, come me, sente di non avere poi tanta scelta.
Tutt’al più posso scegliere se esserci oppure no. Cogito ergo sum. Sum ergo “voto”.
Non mi piace la politica di oggi, ma la politica siamo noi. Siamo noi elettori
che decidiamo gli eletti (vabbè, almeno orientativamente). Questo Paese è stato
fatto a pezzi e messo in ridicolo dagli italiani. Politici italiani,
istituzioni italiane, popolo italiano. Ci siamo bendati e fatti prendere in
giro. Adesso è facile scandalizzarsi, ma chi ha dato ai ladri le chiavi di casa
propria?
Facile inveire, facile persino riderne. Difficile è tornare seri, togliersi
la benda dagli occhi e ritrovare la fiducia, accecati dalla realtà. Senza illudersi
che dietro un solo uomo ci sia la soluzione ad ogni problema, senza credere che
il mondo si divida in buoni e cattivi, perché bene e male non sono antagonisti,
ma sfumature insite nella stessa persona.
Come diceva Benigni in un
meraviglioso intervento “ai bambini non raccontiamo favole per far capire loro
che i draghi esistono, questo lo sanno benissimo, ma per far capire loro che i
draghi possono essere sconfitti”.
Ci hanno raccontato un sacco di favole, la
domanda, a questo punto è: cosa abbiamo imparato?
Io, personalmente, ho
imparato che l’astuzia è più forte della forza, che l’ironia è più brillante
della bellezza, che il buon umore è più contagioso del malumore, ma che il
malumore trova più consensi. Ho imparato che ascoltare arricchisce più che ascoltarsi. Ho imparato che l’uomo che si confronta sarà sempre superiore all’uomo
che scappa. E che l’uomo che mente sarà sempre inferiore all’uomo onesto.
Ho deciso
che andrò a votare, come una sposa che indossa il suo abito bianco pur non
essendo più vergine, con la consapevolezza che il mondo è pieno di draghi da
combattere e storie di cui essere protagonisti. Noi cittadini siamo i
protagonisti, non i re, non i giullari, non i draghi. Loro esistono per
ricordarci chi siamo e in cosa decidiamo di credere.
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