Da qualche tempo annovero tra le mie esperienze professionali quella di cameriera. Un mestiere a volte divertente, a volte stressante, ma che soprattutto si trasforma in un punto di osservazione piuttosto affascinante.
Indossare i panni della cameriera è un po’ come indossare il mantello magico di Harry Potter, perché si vede il mondo esterno, ma il mondo esterno tende ad ignorarti, quindi ci si può facilmente dedicare a farsi un’idea di quell’umanità che scorre lì davanti senza il rischio di alterarla con la propria presenza.
Quello che ho capito è che ci sono cose che non capirò mai.
Ad esempio vorrei capire perché la domanda che semina il panico negli occhi dei clienti è sempre la stessa ed è la più banale: “come gradisce l’acqua, liscia o gassata?”. Il nulla. Silenzio. Un leggero tremore alle mani, una goccia di sudore freddo cola sulla fronte. I commensali si guardano smarriti neanche gli avessi chiesto se mi preferirebbero in lingerie di pizzo nera o bianca (forse però in quel caso risponderebbero con più prontezza). Niente, non lo capisco.
Poi ci sono piccoli gesti che adoro e altri che detesto.
Comincio da quelli che detesto, perché per quelli che adoro ci devo pensare (ma sono certa che esistono!).
Ad esempio detesto quelli che si riempiono il bicchiere d’acqua prima di andare via, ma poi non bevono…e io devo fare un giro in più perché non posso impilare i bicchieri. Oppure quelli che fanno a pezzi le tovagliette di carta (nevrotici), o educano i figli a sporcare senza alcuna vergogna (maleducati), insomma tutti quelli che si sentono perfettamente a loro agio nel creare problemi agli altri.
Discorso diverso per gli “a parte”… quelli che vogliono le cose a modo proprio e Sally (di Harry ti presento Sally) ha fatto un favore al mondo, perché ogni volta che ho a che fare con questa tipologia di persone (e sono molti) sorrido e li accontento con pazienza.
Ah! Ecco…non sopporto gli smartphone! E quelli che li usano freneticamente mentre tu cerchi di prendere le ordinazioni, ma loro ti fanno ripetere le cose tre volte perché erano troppo impegnati a vivere una realtà parallela, in cui tu purtroppo non ci sei. Geniali quelli che appena hai finito di elencare le specialità del giorno ti guardano smarriti senza il coraggio di dirti che si sono persi all’antipasto.
Però sono certa che ci sono anche le cose belle… come sapere quello che un cliente abituale prenderà; un sorriso sincero; scherzare della propria imbranataggine con chi ha senso dell’umorismo; prendere in giro chi ha senso dell'umorismo; accorciare le distanze con gli estranei quando qualcuno vede al di là del mantello di Harry Potter; prendersi cura di chi non si aspetta una sorpresa; dare soprannomi; mettere da parte, nella memoria della narrazione, le caratteristiche di chi si perderà nel tuo futuro e farlo tornare indietro come personaggio inventato.
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