giovedì 3 febbraio 2011

I libri che ci guidano

La mia libreria è un delirio. Troppi libri e troppo poco spazio. Ma in quel delirio c'è una logica (almeno finchè non mi lascio prendere dalla fretta e dall'esasperazione). C'è chi mi prende in giro per questo, ma io i libri li ordino per case editrici. Non è autismo, ma un modo semplice per ritrovarli (e poi lo ammetto...così sono anche più belli a vedersi!).
Qualche giorno fa mi sono messa a scavare tra i libri impolverati (neanche fossi un'archeologa) per cercare un'origine: da dove viene quest'amore per una città (New York) che fino ai 30 anni non ho mai neppure visitato?

Facile da una parte incolpare Woody Allen, Scorsese, Spike Lee, le commedie romantiche con Meg Ryan, Sergio Leone e Al Pacino...e chi più ne ha e più ne metta. E' così che abbiamo costruito un panorama realistico e immaginato.
I palazzi con le scale antincendio, i campetti di basket in cemento costruiti come aiule tra i palazzi di periferia, le donne che corrono in ufficio in tailleur e scarpe da ginnastica, i ciclisti che sfrecciano nel traffico di taxi gialli, le lunghe file nelle caffetterie per ordinare complicati caffè da asporto, i ragazzini che d'estate per rinfrescarsi aprono gli irrigatori rossi sparsi sui marciapiedi, i ballerini di breakdance, i giocatori di baseball a Central Park, la neve, la notte, la fretta.

Ma non è tutto qui. Ci sono le storie che accadono in quella città perfettamente disegnata nelle nostre idee. Ho ritrovato quella mappa originaria di storie, autori, personaggi, dialoghi e lunghi, appassionati monologhi che sembrano camminare lungo i marciapiedi sporchi e solitari di NY. Colpa di Paul Auster, Capote, Safran Foer, Cunningham, Carver, Salinger, Wolfe, ecc. ecc. Loro hanno popolato la città. Perchè non è la bellezza che contraddistingue New York. Sono le persone e le storie che si portano dietro a fare la differenza.

E' questa l'assurdità per cui dentro 200 pagine rilegate non ci sono confini.
Né di spazio, né di tempo.
Peter Cameron ha scritto un bellissimo romanzo, "Quella sera dorata", ambientato in Uruguay, ma a quanto pare lui in Uruguay non c'è mai stato per davvero.
Siamo tutti autorizzati a viaggiare e costruirci un itinerario emotivo senza allontanarci dal caos delle nostre librerie. C'è qualcuno che ci guida altrove, ed è dentro le loro parole che ci appassioniamo del mondo.
Prima ancora di andarlo a scoprire di persona.

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