sabato 19 dicembre 2009

A long white day

Premessa
Sto ascoltando Last Christmas, mangio un cornetto con la nutella (viva la globalizzazione!), mentre fuori impazza una tempesta di neve.

Atto I - Off Broadway
Ore 2.00: assisto al primo spettacolo Off Broadway della mia vita. Si tratta di Biography una commedia degli anni 30 molto carina. Troppo lunga, ma l'attrice protagonista mi è piaciuta e sono riuscita a seguire i dialoghi. Le scene e i costumi erano curatissimi, cosa che mi ha sorpreso visto il piccolo teatro e la piccola produzione. E' stato un lavoro fatto con amore. Dopo ho preso un caffè con uno dei produttori dello spettacolo, scambiandoci storie e contatti.

Atto II - Inizia a nevicare
Ore 17.30: scende la neve lentamente, si posa a terra e stende il suo primo soffio. La città sembra ricoperta di zucchero a velo. Per la prima volta io non sento freddo, mentre gli altri si direbbe di sì. Forse la schizofrenia termica è la mia.
Dovevo raggiungere la mia meta successiva e sono passata per la Fifth Avenue. Non era tanto trafficata, forse la neve ha spaventato i maniaci dello shopping.
Mi sono fermata a comprare un paio di maglioni, perchè ho scoperto di averne portati pochi e di dovermi vestire a strati.

Atto III - Carnegie Hall
ore 19.00: un altro teatro, un altro palcoscenico. Sono passata dal piccolo mondo del teatro di prosa al grande centro della musica internazionale.
Sono stata al concerto di un cantante americano che ha seguito una scaletta allucinante. Passava dalle canzoni di Natale, ai musical, all'opera. Senza un filo logico, spaziava da un genere all'altro...dimenticandosi di prendere tutte le note!
Mi faceva ridere il modo convinto, drammatico ed esasperato di interpretare qualsiasi brano. Nel presentarlo hanno detto che si era esibito anche per la Casa Bianca...e ci è venuto spontaneo poi pensare che l'esibizione fosse destinata ai gusti poco raffinati di Bush! Ma insomma, anche questo fa parte della cultura americana, non mi può certo piacere tutto. Mi hanno formato fino ad oggi gusti, abitudini, esperienze e influenze che inevitabilmente confronto con il nuovo.
Vivere qui serve anche a ricordare le cose belle di casa.

Epilogo - la tempesta di neve
Ore 22.00: Raggiungere la metropolitana all'uscita dal teatro è stata un'esperienza difficile e surreale.
Camminare contro vento in una tempesta di neve è terrificante. Per quanto tu sia coperto (e lo ero, non avevo freddo nel corpo), il viso ti viene attraversato da milioni di fiocchi di neve appuntiti come spilli. Rischi di scivolare ad ogni passo e di non sapere dove stai mettendo i piedi.
Ma quanto è magica New York dipinta di bianco! La neve fresca, che ancora non ha fatto in tempo a sporcarsi, è candida e perfetta. Solo le tue impronte tracciano il passaggio. Non c'è nessuno in giro, poche macchine e pochi passanti. E questo rende lo scenario inaspettato e surreale. La metropoli che non si ferma era silenziosa, ovattata e soliatria. Ero chiusa in una palla di cristallo, di quelle che giri per far cadere la neve...e nonostante il freddo, le guance livide, gli occhi socchiusi e la fretta di bere un té bollente, ero sedotta dall'incantesimo. Forse domani l'effetto magico passerà, ma oggi vive. E tra un po', in piena notte, io e Laralyn usicremo sotto la neve a scattare foto e vivere la magia.

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