martedì 29 dicembre 2009

Le cose che scaldano

Oggi a New York facevano -5°C ... e aggiungo: rientrando a casa alle ore 00.30 si registravano -7°C. Giovedi, notte di Capoodanno, si prevede nuova neve e domenica la massima sarà -2°. Sono sotto le coperte, i piedi mi fanno ancora male per il freddo (nonostante 2 paia di calzini e gli stivali imbottiti) e sento uno spiffero subdolo e gelato provenire dalla finestra (nonostamte gli asciugamani arrotolati e i cuscini a fare da barricata). Quando cammini per strada i jeans diventano lastre di ghiaccio e gli occhi bruciano. E può ancora peggiorare.

Ma ci sono cose che accadono e ti sorprendono e ti scaldano in un secondo.
E' l'istante in cui scopri che sei vivo e la tua vita trova un senso attraverso gli altri. Negli altri. Ho trovato delle parole oggi che venivano da lontano e quelle parole avevano dentro tutto il calore del sole nascosto. Avevano l'energia del mare e la solidità della terra. Erano parole libere come l'aria e mi hanno capovolto e sollevato come farebbe un vento primaverile.
E' la sorpresa di scoprire che inaspettatamente quello che fai assume un significato per qualcun altro e quel qualcuno azzarda una mosssa felice perchè ha letto attraverso di te una partita nuova da giocare.
Questo va al di là dei miei successi o fallimenti. Potrei tornare a casa domani con un sogno infranto, potrei rinunciare a quello che ho trovato oggi per un motivo qualsiasi (giusto o sbagliato), potrei inventare la perfezione e resistere, non è questo che importa, oggi. Importa invece che uno spostamento dell'inquadratura (la mia) ha aperto un panorama davanti agli occhi di chi non sapeva più dove guardare. Non so se sia questo il merito degli scrittori, il privilegio dei folli, o la conseguenza dell'amore, ma è certamente l'orgoglio di un viaggiatore.

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