Tornare a casa, dopo sette mesi trascorsi a popolare un vecchio sogno, e cercare un inizio. Uno qualsiasi. Purché diverso, purché privo di taxi gialli, notti illuminate, frenesia, mille cose da fare, grattacieli da scalare, metropolitane da prendere al volo, musiche in cui lasciarsi andare. Un inizio nuovo che non osasse confrontarsi con New York, perché niente è come New York.
Volevo un paesaggio puro, essenziale, vuoto, che nel vuoto contenesse l'immensità. Che lì dentro ci sia tutto e che sia io a perdermi in quel tutto, per trovare un granello.
Così venne la spiaggia e un lavoro semplice, che però mi piace. Perchè mi piace stare a contatto con la gente (il più delle volte) e mi piace condividere con pochi intimi i riti segreti del backstage. Prendevo la macchina, ascoltavo la radio per intrecciare pazientemente i pensieri, infilavo le infradito e mi toglievo di dosso tutto il superfluo.
Il mare e i tramonti sono stati per tre mesi il rifugio in cui mettere in ordine, senza troppa paura, i miei desideri.
Ho conosciuto tante persone (alcune di loro spero di portarle nel mio inverno). Ho forzato il corpo nel caldo più torrido e srotolato sorrisi nelle ore fresche. Ho trovato abbracci, ho riconosciuto un sole negli occhi degli estranei, ho colorato la pelle con le sfumature dell'estate e mi sono lasciata avvolgere dal vento caldo del pomeriggio.
Implacabili sono arrivate anche le incertezze e le debolezze che aprono ferite.
Ma il mare era lì, a ricordarmi che un'onda dopo l'altra si viaggia, anche senza meta.
Questa piccola spiaggia dei miracoli è stata la riva da cui cercare un nuovo orizzonte, lo sguardo che insegue il raggio verde.
New York mi ha offerto lo stato mentale attraverso cui palpare e spolpare la vita.
Il mare ha lasciato che smettessi di sognare un sogno già sognato, ha dato una nuova direzione alla mia avventura.
Se ti senti perso, se tutta la vita la concentravi in un punto solo che sei stato costretto a superare, se vorresti correre e costruire e tornare indietro, ma non sai bene come fare: fermati. Un'ora, un mese, un'estate. Segui ogni sera la caduta del sole, affoga insieme a lui e affogando trattieni tutta l'aria che ti farà risorgere.
Poi un giorno improvviso l'estate finirà. Comincerai ad avere freddo, le giornate si accorceranno e sorridendo avrai per te un nuovo consapevole inizio.
E se lasci un luogo con nostalgia e tenerezza, se i volti saranno per te storie e le abitudini tradizioni, allora avrai costruito una casa da abitare per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento