mercoledì 31 marzo 2010

Il prisma imbizzarrito

Si diceva che farsi delle amicizie in una metropoli come questa fosse una sfida facile da perdere.
Troppa vita che corre veloce, troppi impegni in agenda, troppi progetti da realizzare, troppo passato ingombrante da stringere nell'imbuto del futuro.
Ma anche qui si sbagliavano. Si arriva a NY avendo nella mente un'idea precisa della città. Per la gran parte il nostro immaginario corrisponde alla realtà.
Sembra di aver già camminato su queste strade, passando per i marciapiedi di celluloide. Su alcune cose però è bello scoprire che ci si sbagliava.

Sto conquistando delle belle amicizie in questa città milionaria.
Per lo più amicizie italiane, il che non aumenta né sottrae valore ai legami. E' semplicemente una circostanza, un destino. Nonostante la lingua familiare e un panorama condiviso, siamo tutti diversi, felici di crescere attraverso le diversità altrui.
Il blog è stato il mio compagno fedele, anche nel viaggio alla scoperta degli altri. E' stato il territorio in cui darsi appuntamento per andare altrove.
Mi ha permesso di raggiungere vite nascoste, protette dalla distanza e da una cortina opaca di timidezza, in cui raggiungersi senza clamore.

Le mie parole mute mi hanno liberato delle maschere e delle corazze, così pazzamente disarmata mi sono aggirata per il nuovo mondo.
Senza armi è più facile trovare amici.
Non so perchè ci nascondiamo e armiamo con maggior prudenza e sospetto dove siamo più protetti e ci arrendiamo a noi stessi laddove ci vuole più forza per combattere e affermarsi.
Forse perchè senza armature ci muoviamo meglio, ma cosa succederà se ci dovessero colpire sulla pelle scoperta? La mia arma è la voglia di conoscere e condividere, non so se sia in grado di difendermi, ma è buona per conquistare.

Gli amici fedeli forgiati negli anni come sculture d'argilla vivono lontano da me, eppure sono presenti in ogni istante. A volte cammino nella folla e mi sembra di riconoscere qualche volto familiare. I primi tempi la mia mente mi sfuggiva e s'illudeva che quell'estraneo fosse un amico. Adesso il desiderio non mi frega più. Un istante prima ricordo dove sono.
Ma nonostante tutto abbiamo sperimentato che sappiamo esserci, gli uni per gli altri, che resiste un dialogo nel silenzio. Loro sono la parte più autentica del mio coraggio. Questo è il privilegio dell'amicizia.

Qui, in questa terra della speranza, i pochi buoni amici hanno il sapore del conforto e della scoperta, del sogno da raggiungere, della comprensione e del rispetto. Ci si sceglie tra la folla seguendo un istinto.
Ho al mio fianco un'amica che sa scavare nel mio cuore un posto sicuro in cui capirsi con pochi cenni, in cui stringersi con lo sguardo e dirsi tutto in poche frasi.
Ho al mio fianco amici che guardano NY e l'umanità con occhi luminosi e curiosi e sentimenti puri.
Ho amici imprevisti e conoscenti che sanno colorare ore opache e ho incontri sfuggenti che piovono come gocce di primavera.

E' facile qui guardarsi intorno e ripensare alle diversità che ci rendono migliori, alle contraddizioni e alle stonature che coordinano un caleidoscopio in movimento. New York è la luce, noi siamo le forme e i colori di questo prisma imbizzarrito.

1 commento:

Simona ha detto...

Amica mia, hai detto una cosa in cui credo molto...esiste un dialogo nel silenzio.

Per la gran parte delle mie amicizie questo silenzio è pieno di parole.


Ti abbraccio forte, buon weekend e buona Pasqua,
S