Ieri sono andata ad indagare. Perchè non sono solo una viaggiatrice, o una stager, o una romanziera in fieri...ormai ho anche il compito, molto serio, di riportare attentamente le dinamiche sociali di questa metropoli a beneficio dei miei lettori. Sono un’inviata senza mandato.
Mi aggiravo dunque tra la folla rumorosa con lo sguardo di un’antropologa al lavoro. O forse di una zoologa. Perchè dietro le grandi tele moderne appese alle pareti, sotto la musica assordante, dentro i cocktail e soprattutto tra le molecole di desiderio e conquista che si espandevano nell’aria, si celava una scena di caccia collettiva.
Non era un open space di Chelsea, era la savana.
Ma per quante donne in ghingheri e bellissime si aggirassero, più come predatrici che come prede, non c’erano abbastanza uomini in ghingheri e bellissimi. Il che ha spalancato uno scenario deprimente. Solo le giraffe, alte ed eleganti, hanno il permesso di abbeverarsi indisturbate alla fonte (per lo più fonte di vodka e testosterone).
Loro hanno il potere. I maschi intorno a loro più che altro assomigliano a leoni marini, quindi abbiamo creato una savana degna di New York.
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